«Ferie? Che ferie? Io lavoro tutta l’estate, anche ad agosto, il call center non chiude. Il nido invece sì, quindi ho dovuto chiedere il part time a sei ore per un mese. Mi alterno col mio compagno, che invece prende un po’ di congedo di paternità, a stipendio ridotto». L’estate di Ambra non è un tuffo nel mare ma uno slalom tra contratti, servizi che non ci sono e sacrifici economici. E dire che Ambra ha una sola figlia, piccolina. Invece Jessica, che di figli ne ha due, ormai di tagli è un’esperta: «Io non mi vergogno a dirlo: per qualche anno non sono andata in vacanza per pagare i centri estivi». Siamo a Roma, zona Castelverde. Un quartiere che qualche anno fa ha attratto, con la sua ondata di cemento fresco appena fuori del Raccordo anulare, molte giovani coppie; e che quindi adesso si presenta fitto di case e bambini. Ma ha pochi servizi per accoglierli, dalla nascita in poi. E il problema, che c’è tutto l’anno, esplode d’estate con la chiusura delle scuole.