Tv pubblica e compensi da spiegare
Commento scritto per i giornali locali del gruppo Espresso
Non può far piacere a nessuno dei contribuenti italiani sapere, in piena stagione di tasse e canone, che una parte di quella cifra che sarà chiamato a pagare con la bolletta elettrica di luglio va in stipendi molto alti destinati a persone che non svolgono più il lavoro per il quale quel compenso era stato pattuito. Di tutta la polvere smossa da quando si è sollevato il tappeto che per anni ha coperto la tv pubblica italiana, con l’operazione trasparenza sugli stipendi superiori ai 200mila euro, questa è la parte più tossica: la quota degli “ex”, messi a riposo per motivi spesso professionali, ma più spesso interni, di potere, di avvicendamenti, ma rimasti a remunerazione piena. E infatti molti commenti si sono concentrati su queste posizioni personali. Ma la prima responsabilità, in ogni azienda che si rispetti, è dei vertici aziendali stessi: che dovrebbero trovare un modo per impiegare gli “ex”, o, se impossibilitati a farlo, trovare una via d’uscita.