Commento pubblicato sui quotidiani locali del gruppo Espresso, il 24 agosto 2016
Cultura, pensioni, libri, ecobonus, esodati, investimenti, bebè… Il mese prima della manovra è fitto di idee. Anche se le spiagge si vanno svuotando, sono tanti a cercare un posto al sole. Ognuno punta la sua posta, assai prima che si apra il banco. Per far vedere che ci crede, per mostrare le sue priorità, per ricordarle agli elettori, per aprire la trattativa. Ma spesso i ballon d’essai di fine estate non durano fino all’inizio autunno. Speriamo che non sia questo il destino del grande piano per la famiglia: tema lanciato dal ministro per gli affari regionali Enrico Costa, non perché la famiglia sia una questione “regionale” ma perché quando è stato nominato gli è stata data la delega appunto alla famiglia, con l’indicazione esplicita del sostegno alla natalità. Un tassello particolarmente importante per il microcosmo della politica (rafforzamento della delegazione dell’Ncd al governo, con il tema per loro classico delle politiche familiari), ma infinitamente più importante per il futuro del Paese. Perché la famiglia ha retto il peso maggiore della crisi, sostituendo il sistema di protezione sociale laddove questo non è arrivato, ma ha tenuto fino a un certo punto. E la maggiore sofferenza la si vede proprio nei numeri sulle nascite.