C’è chi invoca l’intervento dell’esercito: almeno duemila autisti con le stellette, per sostituire i camionisti mancanti e portare rifornimenti alle catene di fast food. Chi chiede una revisione delle regole del dopo Brexit, per includere gli autisti dei tir tra i lavoratori altamente specializzati che possono entrare senza visto. Chi, dagli scranni del governo di Boris Johnson, si appella agli imprenditori perché assumano manodopera britannica. E chi già teme un Natale rovinato per scaffali vuoti o prezzi alle stelle (o entrambi).
Il doppio impatto del covid e della Brexit sta colpendo duro sui consumatori britannici, con una crisi di mezza estate esplosa sul trasporto delle merci, a partire da due beni di consumo quotidiano: polli e latte.
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