Il reddito delle illusioni
L’introduzione del cosiddetto reddito di cittadinanza è una buona notizia. L’Italia è uno dei paesi europei con maggiore disuguaglianza e minore spesa sociale per contrastare la povertà.
L’introduzione del cosiddetto reddito di cittadinanza è una buona notizia. L’Italia è uno dei paesi europei con maggiore disuguaglianza e minore spesa sociale per contrastare la povertà.
Articolo scritto per Internazionale
Il divano c’è sempre, ma la donna è in piedi e un fumetto con una lampadina le accende il pensiero. Alle spalle, uno scaffale con qualche libro. Anche sul sito del governo lanciato il 4 febbraio per illustrare il reddito di cittadinanza – e su cui dal 6 marzo si potranno presentare le domande – il totem che ha dominato la discussione sulla misura simbolo del Movimento 5 stelle resta il divano.
L’asilo nido Momo è pulito e accogliente, gli arredi buffi e bassi danno subito l’impressione di essere entrati in un mondo in miniatura. Fuori, al confine tra Torrevecchia e Primavalle, nella periferia nordovest di Roma, ci sono le facciate grigie delle case popolari, mentre dentro a prevalere sono i colori delle favole e gli odori delle minestrine. Un mondo piccolo, ma che rischia di restringersi ancora di più.
Ormai è nell’aria, anche prima dell’arrivo delle famose buste promesse da Tito Boeri ai lavoratori più giovani: la pensione pubblica del futuro arriverà tardi e sarà bassina. Non per tutti, ma per molti. Quel che si sa di meno è che qualcuno sta già, per conto suo, cercando ripari: nel 2014, anno in cui l’Italia era ancora con tutti e due i piedi nella recessione, c’è stato un comparto che ha fatto segnare un più 8,5 per cento, ed è quello della previdenza integrativa. Al suo interno, le polizze delle assicurazioni private sono cresciute ancora di più: del 21,2 per cento.
Lo hanno chiamato Workers act, in esplicita contrapposizione al Jobs act renziano: perché “esprime il punto di vista dei lavoratori”, spiega Rossana Rossanda nella presentazione con cui lancia il piano di Sbilanciamoci! per l’occupazione.
E Maurizio Landini, alla vigilia della due giorni della sua Coalizione sociale a Roma, ha raccolto la palla, anzi il decalogo, di Sbilanciamoci!: sarà base di discussione per la nostra piattaforma, ha detto il leader della Fiom. Perché sarà pur vero che sul mercato del lavoro qualcosa comincia a muoversi, e un po’ di occupazione arriva: ma troppo poco e troppo piano, per i nuovi contorni che ha assunto la disoccupazione.
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La foto di gruppo del governo Tsipras nega alla radice la carica innovativa e radicale che l’ha portato al trionfo: non c’è una donna, nella prima linea del nuovo corso. Ma a guardar bene, in seconda fila, e con un piano nel cassetto, una donna c’è. Non cavalca le moto e non porta il bomber come l’ormai famosissimo Varoufakis, economista e ministro delle finanze.
L’ultimo, solo in ordine di tempo, è stato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: «La diseguaglianza è cresciuta a livelli senza precedenti», diventando «una forza distruttrice». Campanello dopo campanello, l’allarme per l’incendio suona dovunque, e spesso proprio nelle case degli incendiari: Fondo monetario, Banca mondiale, Ocse, finanche il summit di Davos. Non si è mai parlato tanto di diseguaglianza, e non si è mai fatto così poco per combatterla.